ROBERT KENNEDY


Robert Francis Kennedy dopo l'assassinio del fratello si candidò alle primarie nazionali con il partito democratico portando avanti i temi della sovranità monetaria, della pace, della trasparenza governativa, dell'uguaglianza razziale e dell'inadeguatezza del P.I.L. come strumento di valutazione della ricchezza di un paese facendo notare, giustamente a mio avviso, che “esso misura tutto eccetto quello che rende la vita degna di essere vissuta”; tutti argomenti, condivisi con J.F., scomodi però alle lobby che di fatto comandano negli U.S.A.

Venne assassinato proprio il giorno dopo le vittorie in South Dakota e California che lo avevano portato ad un passo dalla candidatura alla Casa Bianca per le elezioni presidenziali del 1968 e, come per il fratello, c'è stata una strana(ma a pensare contro chi si erano messi neanche tanto) interpretazione sulla sua morte, che avvenne nelle cucine dell'Ambassador Hotel di Los Angeles.
Dopo il suo discorso di saluto, mentre veniva fatto allontanare attraverso un passaggio delle cucine, vennero esplosi colpi di pistola contro di lui sotto gli occhi delle persone che lo seguivano.

In base all'autopsia eseguita dal dottor Noguchi,il corpo presentava un foro d'entrata del proiettile nella tempia destra, cosa che però fu completamente ignorata, alimentando il sospetto che il colpo mortale sia stato esploso da un membro dello staff di Kennedy, mentre il presunto sparatore, Sirhan B.Sirhan che si era presentato frontalmente alla vittima, avrebbe avuto solo il ruolo di specchietto per le allodole, in modo da distrarre i presenti, mentre il vero assassino agiva. Dopo gli omicidi dei fratelli Kennedy nessun altro presidente degli U.S.A. si mise veramente contro la F.E.D.e le altre lobby statunitensi.