Il prodotto
interno lordo è
il valore totale dei beni e dei servizi prodotti in un
Paese in un periodo di tempo (solitamente un anno) e
destinato al consumo dell'acquirente finale, agli
investimenti, alle
esportazioni.
Spesso ne sentiamo parlare per il rapporto fra debito pubblico e P.I.L., ovvero il rapporto fra due valori che non c'entrano poco con la vera ricchezza di un paese.
Spesso ne sentiamo parlare per il rapporto fra debito pubblico e P.I.L., ovvero il rapporto fra due valori che non c'entrano poco con la vera ricchezza di un paese.
Infatti
il P.I.L. tiene conto solamente delle transazioni in denaro, e
trascura tutte quelle a titolo gratuito: restano quindi escluse le
prestazioni nell'ambito familiare, quelle attuate dal volontariato e
dalle organizzazioni no-profit.
Inoltre tratta tutte le transazioni come positive, cosicché entrano a farne parte, ad esempio, i danni provocati dai crimini (riciclaggio di denaro), dall'inquinamento, dalle catastrofi naturali. In questo modo il PIL non fa distinzione tra le attività che aumentano il benessere reale delle persone e quelle che lo diminuiscono: persino morire, con i servizi connessi ai funerali, lo fa crescere.
Inoltre tratta tutte le transazioni come positive, cosicché entrano a farne parte, ad esempio, i danni provocati dai crimini (riciclaggio di denaro), dall'inquinamento, dalle catastrofi naturali. In questo modo il PIL non fa distinzione tra le attività che aumentano il benessere reale delle persone e quelle che lo diminuiscono: persino morire, con i servizi connessi ai funerali, lo fa crescere.
A mio modo di vedere il P.I.L. è un metodo di valutazione della ricchezza di un paese ormai obsoleto e non democratico ed è uno strumento utile solamente a rafforzare la leadership dei banchieri che governano il sistema economico-finanziario in cui viviamo.
