CRISI ECONOMICA 2010 - 20??


Tra il 2010 e il 2011 si è conosciuto l'allargamento della crisi ai debiti sovrani e alle finanze pubbliche di molti paesi europei, in larga misura gravati dalle spese affrontate nel sostegno ai sistemi bancari. Infatti ora (come visto nel post precedente) le grandi corporations bancarie hanno nuovamente liquidità grazie alle banche centrali; si concentrano prevalentemente sul più affidabile mercato secondario, ovvero quello dei debiti sovrani, speculando sui loro titoli di stato, facendo aumentare matematicamente il dislivello fra gli indici economici tedeschi e quelli dei paesi più deboli economicamente, aumentando in questi ultimi la crisi dell'economia ed il panico attraverso i media. Ne sono esempi l'ampliamento dei differenziali di rendimento dei titoli di Stato (spread) e l'assicurazione di rischio sui credit default swap tra questi paesi e la Germania. 

L'Italia parte con un ottimo livello di risparmio privato (oltre ad una riserva aurea tra le più grandi al mondo), che esclude la necessità di contrarre nuovi debiti solo per pagare gli interessi dovuti su quelli esistenti, anche se i politici in anni di "lavoro" hanno portato il debito pubblico a circa il 120% del P.I.L. e la crescita economica è più bassa della media europea già da oltre un decennio. D'altra parte il debito pubblico italiano ha una scadenza residua media più lunga e una grande quota di esso è posseduta da residenti, non dagli Stati esteri. Questo rende il paese resistente a shock finanziari, classificandosi meglio di Francia e Belgio.

Nonostante ciò, tra il luglio e l'ottobre 2011 le maggiori banche italiane (Intesa Sanpaolo, Unicredit, MontepaschiBanco PopolareUbi Banca) registrarono perdite sul mercato borsistico, segnato da vendite da panico, speculazione e meccanismi automatici di vendita; contemporaneamente le agenzie di rating decisero di tagliare il voto di affidabilità sul debito pubblico italiano, a motivo della "limitata capacità di risposta dello stato" rispetto alla crisi corrente. A fine novembre lo spread continuò a crescere, giungendo alla soglia dei 553 punti. Sotto le pressioni di Piazza Affari in caduta il premier Silvio Berlusconi, nella serata del 12 novembre, raggiunto un accordo col capo dello stato Giorgio Napolitano, rassegnò le proprie dimissioni dall'esecutivo, lasciando a Mario Monti l'incarico di formare un nuovo governo, composto esclusivamente da tecnici

Nello stesso periodo in Grecia, dopo la diffusione della notizia di un referendum che metteva in dubbio la sua permanenza nell'eurozona, anche li ci fu un'ondata di vendite e speculazioni in Borsa. Pochi giorni dopo il premier greco rassegnerà le dimissioni sotto pressione della Commissione Europea, venendo sostituito da  Lucas Papademos, sostenuto da una maggioranza parlamentare trasversale. Dopo un anno di governi bancocratici tutti gli indici economici sono però peggiorati nonostante i tagli effettuati al welfare ed alla spesa pubblica, a prova che i banchieri al governo non servono a fare gli interessi dei cittadini, ma quelli delle organizzazioni per cui lavorano. Nel 2012 Irlanda, Spagna e Grecia hanno evitato l'insolvenza grazie all'erogazione di ingenti prestiti (da parte di F.M.I. e B.C.E.), denominati "piani di salvataggio", ovvero un'ulteriore indebitamento degli Stati verso le istituzioni private sopracitate, con ulteriore perdita della sovranità nazionale dei singoli paesi.

Ecco alcuni video dimostrativi:







Inoltre consiglio vivamente la visione di Debtocracy, un documentario del 2011 molto interessante sulla crisi creata ad arte greca.